I presidenti Ciambetti e Zaia hanno consegnato ad Arrigo Cipriani il premio Leone del Veneto 2022

17 ottobre 2022

- Conferito quest’oggi nella splendida cornice della Scuola Grande di San Rocco, alla presenza del presidente della Regione Luca Zaia e di un nutrito numero di consiglieri e assessori regionali,  il premio Leone del Veneto assegnato ad Arrigo Cipriani, figura emblematica  dell’anima del Veneto e di Venezia “Il premio fu istituito dall’assemblea legislativa veneta nel 1999 per onorare i cittadini veneti o di origine veneta  che si sono particolarmente distinti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia, della finanza e in attività professionali, sociali, umanitarie o sportive”  ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti che ha quindi spiegato i motivi che hanno spinto l’Ufficio di presidenza del Consiglio ad assegnare il “Leone” ad Arrigo Cipriani: “Eleganza, signorilità, classe: credo che Arrigo Cipriani sia l’interprete migliore non solo della bellezza e dell’armonia di Venezia ma soprattutto dell’anima autentica di questa città e del nostro Veneto: c’è un garbo squisito nella sua scrittura,  nel suo stile raffinato fatto di gusto e ‘savoir faire’  anche quando con schiettezza unica esprime commenti  perentori e controccorrente, ben sapendo che le mode passano, ma lo stile  resta.  In lui c’è di certo un continuo apprendere  con mente aperta alle novità ma anche l’accuratezza nel rispettare la tradizione conciliandola con le esigenze del mondo moderno senza mai tradire la propria identità: c’è un “quid”  che trasforma le multiformi attività di Arrigo Cipriani, e non penso solo all’ospitalità, alla gastronomia e accoglienza ma anche ai suoi libri, in una esperienza unica presentando il miglior carattere del nostro Veneto, un Veneto fatto di tanto lavoro, attenzione ai minimi dettagli, sacrificio, spirito imprenditoriale, apertura al mondo, humor  e cultura con la dote di una scrittura  di  un intellettuale dallo spirito arguto o di una cintura nera che capisce i propri, ma soprattutto gli altrui,  limiti.  La sua è una storia dalle radici profonde nel profondo veneto: è una storia che inizia con una famiglia di emigranti in Germania e continua fino ai nostri giorni, una parabola emblematica, che ha molto da insegnare a noi tutti.  In anni spesso volgari, dove l’esperienza maturata in decenni di lavoro e la serietà professionale sembrano soccombere davanti all’apparenza effimera,  la sua vita e il suo esempio sono un punto fermo, un esempio a cui rifarsi e da cui ripartire. Lo dico senza retorica alcuna: la vita della sua famiglia, dal padre Giuseppe, altra figura emblematica quanto eccezionale di veneto innamorato di Venezia, fino al figlio Giuseppe attraversa la storia del Novecento entrano nell’attuale Millennio passando anche per anni bui e drammatici, affrontati sempre con intelligenza,  arguzia, dedizione e rispetto per il proprio lavoro e gli avventori o lettori,  ma soprattutto con un amore non banale verso questa città e verso la vita sempre vissuta con autentica passione e slancio.  Un grande maestro, che è stato capace di portare nel mondo la nostra cultura e identità trasformandola in un marchio di garanzia, come un marchio era ed è ancor oggi il Leone marciano simbolo del nostro premio che oggi gli conferiamo ad un grande Leone del Veneto con sincera ammirazione e autentica riconoscenza”